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La volontà influenza la memoria PDF Stampa E-mail
25-10-2010

I ricordi sono più affidabili se le azioni sono volontarie e consapevoli

Si ricorda meglio ciò che si è fatto di proposito, molto meno le azioni o gli eventi vissuti in maniera involontaria. Sembra scontato, e invece è la conclusione più profonda di quanto possa apparire di uno studio inglese, realizzato da Patrick Haggard dell’Institute of Cognitive Neuroscence dell’University College, pubblicato dalla rivista Nature Neuroscience.

Memoria e azioni volontarie
La mente è indotta a ricordare meglio gli eventi legati alle proprie intenzioni; ciò che si compie in modo involontario, invece, viene "frammentato e disperso" nei meandri della memoria e non si riesce a ricostruire in maniera corretta.

Lo studio
Gli esperimenti che hanno provato questa ipotesi sono stati condotti su due gruppi di volontari. Al primo gruppo è stato chiesto di muovere dei movimenti con le braccia, dopo il quale veniva fatto trillare un campanello. L’altro gruppo, invece, è stato sottoposto ad una stimolazione magnetica transcraniale; i ricercatori hanno applicato al cuoio capelluto alcuni elettrodi, in modo da attivare aree specifiche della corteccia motoria, quelle corrispondenti agli arti superiori, così che i volontari muovevano le braccia senza che il cervello lo ordinasse. Anche in questo caso veniva fatto trillare il campanello dopo ogni azione.
Ebbene, i soggetti del primo gruppo hanno manifestato ricordi associati (movimento-campanello) piùvicini alla realtà, anche se il tempo che separava i due eventi veniva considerato più breve del reale. I soggetti del secondo gruppo, al contrario, tendevano a trattare i due eventi come separati, addirittura indipendenti l’uno dall’altro, divisi da un intervallo temporale sensibilmente più lungo di quello reale.

Come lavora il cervello
Secondo gli autori della ricerca, questo "allungamento" dell'intervallo riflette il tentativo del cervello di separare il più possibile due eventi che non gli è possibile correlare in maniera logica.
Affinché i reali rapporti causa-effetto tra gli eventi possano essere memorizzati in maniera corretta, e quindi i ricordi siano affidabili, è necessario che si sia voluto partecipare ad essi, altrimenti vengono memorizzati in maniera imprecisa e incoerente.

 
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