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26-02-2010

Quando si parla di infarto al cuore, si intende la morte del miocardio, ovvero il tessuto muscolare che costituisce la maggior parte dell'organo vitale. Infatti, durante l'infarto al miocardio viene a mancare l'ossigeno che solitamente viene portato dal sangue attraverso le arterie coronarie.

Nel momento in cui una di queste arterie si chiude, e viene a mancare l'ossigeno per più di 40 minuti si ha l'infarto. Nella zona danneggiata, si crea una cicatrice e il cuore non è più in grado di contrarsi. Un evento particolarmente grave, visto che il cuore deve contrarsi normalmente per apportare ossigeno e nutrimento ai diversi organi interni. Bisogna sottolineare che nella maggioranza dei casi, il restringimento delle coronarie è prodotto dall'aterosclerosi.

Questa malattia è caratterizzata dalla perdita di elasticità delle pareti coronarie, a causa di grassi depositati su di esse. Inoltre, nel 90% la chiusura totale delle coronarie è dovuta alla deposizione di placca aterosclerotica, che provoca un maggiore restringimento del vaso sanguineo.

I sintomi principali dell'infarto sono: Senso di peso al torace, senso di oppressione, dolore al torace molto forte all'inizio. Inoltre, in alcuni casi si manifestano anche sintomi come agitazione, difficoltà a respirare e sudore freddo.

I sintomi principali cui prestare la maggiore attenzione sono sicuramente:

1. intenso e prolungato dolore al torace
2. Sensazione di oppressione e di peso al livello toracico

In caso di infarto è necessario intervenire tempestivamente controllando innanzitutto il dolore e l'ansia che si accompagnano all'insorgere della patologia attraverso la somministrazione di narcotici e ansiolitici.
Possono risultare utili vasodilatatori per favorire la circolazione sanguigna e i beta bloccanti per ridurre la frequenza del battito cardiaco (salvo i casi di pressione bassa e insufficienza cardiaca).
Occorre poi riaprire l'arteria ostruita con uso di trombolitici.

Il paziente deve essere messo in condizione di assoluto riposo

 
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