Quando si parla di infarto al cuore, si intende la morte del miocardio, ovvero il tessuto muscolare che costituisce la maggior parte dell'organo vitale. Infatti, durante l'infarto al miocardio viene a mancare l'ossigeno che solitamente viene portato dal sangue attraverso le arterie coronarie. Nel momento in cui una di queste arterie si chiude, e viene a mancare l'ossigeno per più di 40 minuti si ha l'infarto. Nella zona danneggiata, si crea una cicatrice e il cuore non è più in grado di contrarsi. Un evento particolarmente grave, visto che il cuore deve contrarsi normalmente per apportare ossigeno e nutrimento ai diversi organi interni. Bisogna sottolineare che nella maggioranza dei casi, il restringimento delle coronarie è prodotto dall'aterosclerosi. Questa malattia è caratterizzata dalla perdita di elasticità delle pareti coronarie, a causa di grassi depositati su di esse. Inoltre, nel 90% la chiusura totale delle coronarie è dovuta alla deposizione di placca aterosclerotica, che provoca un maggiore restringimento del vaso sanguineo. I sintomi principali dell'infarto sono: Senso di peso al torace, senso di oppressione, dolore al torace molto forte all'inizio. Inoltre, in alcuni casi si manifestano anche sintomi come agitazione, difficoltà a respirare e sudore freddo. I sintomi principali cui prestare la maggiore attenzione sono sicuramente: 1. intenso e prolungato dolore al torace 2. Sensazione di oppressione e di peso al livello toracico
In caso di infarto è necessario intervenire tempestivamente controllando innanzitutto il dolore e l'ansia che si accompagnano all'insorgere della patologia attraverso la somministrazione di narcotici e ansiolitici. Possono risultare utili vasodilatatori per favorire la circolazione sanguigna e i beta bloccanti per ridurre la frequenza del battito cardiaco (salvo i casi di pressione bassa e insufficienza cardiaca). Occorre poi riaprire l'arteria ostruita con uso di trombolitici.
Il paziente deve essere messo in condizione di assoluto riposo
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