Home
Ultime notizie
Sondaggi
Cosa ne pensi della donazione di sangue?
 
Colesterolo, troppi italiani a rischio non sono controllati PDF Stampa E-mail
13-06-2010

Fumo, stress e obesità, tra le cause che fanno aumentare fino a 330 volte le probabilità di infarto

Contro il colesterolo e le malattie cardiovascolari non bisogna abbassare la guardia. Sono 109.518 gli uomini e 132.968 le donne colpiti ogni anno da patologie del sistema circolatorio: 130 mila da infarto miocardio acuto, 250 quelli che ogni giorno vengono colpiti da ictus, il 20% dei quali non supera la fase acuta. Questi i numeri che fotografano la realtà della malattia cardiovascolare nel nostro Paese, causa di morte più frequente perfino dei tumori. Una realtà strettamente collegata al colesterolo “cattivo” (Ldl), fattore di rischio che spesso non viene trattato in modo adeguato, nonostante la presenza di linee guida (Ncep National cholesterol educational program) e la disponibilità di farmaci ipolipemizzanti efficaci e sicuri.

I fattori di rischio

Ma quali sono i fattori che permettono di fare l’identikit di un paziente a rischio? Primo tra tutti il fumo, seguito da stress, ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità addominale. E ancora, inattività fisica, scarsa assunzione di frutta e verdura e, in ultimo la non assunzione di alcool. Chi presenta tutti e nove i fattori di rischio, sostengono gli esperti, ha una probabilità di infarto di 330 volte superiore a quella dei pazienti che non ne presentano nessuno.
Il problema è stato registrato dallo studio epidemiologico condotto sul colesterolo e sullo stato delle cure anticolesterolo in Italia. "L’indagine, effettuata presso 277 centri specialistici, ha permesso di raccogliere i dati di oltre 15 mila pazienti", spiega Claudio Rapezzi dell’Istituto di cardiologia del policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. "E dall’analisi dei dati raccolti sui soli pazienti riguardanti i centri di cardiologia, si ricava che nel 74% dei casi riguardanti persone dislipimediche, la malattia non viene curata in modo corretto; percentuale che aumenta (79%) nei pazienti ad alto rischio.

 
Login





Password dimenticata?
Nessun account?