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Più attenti e concentrati mangiando così
25-10-2010

Come e che cosa mangiare per combattere la più tipica sindrome da rientro, senza perdere d’occhio la linea

La memoria perde colpi? Il rientro dalle vacanze vi sorprende, ogni anno, distratti e incapaci di concentrarvi? La tavola vi può essere di grande aiuto. Senza perdere d’occhio la linea, ovviamente. Come? Vediamo di darvi qualche consiglio.

Scegli così
Semaforo verde per i cereali (come pane e pasta, mais, orzo, segale), i cui zuccheri a lento rilascio tonificano il cervello. Via libera anche a semi e fagioli di soia (sono ricchi di lecitina, una sostanza che favorisce la funzione mnemonica) e ai vegetali a foglia verde (che contengono molto acido folico, utile nei casi di scarsa memoria). Buone notizie per i golosi: con i primi freddi, potete concedervi anche una cioccolata calda, che mantiene agile la mente. Benissimo anche frutta come il kiwi (la vitamina C contrasta la formazione di sostanze tossiche nel cervello), il succo di mela, le caramelle allo zenzero e i grassi omega 3 tipici del pesce azzurro.

Il fosforo? Un falso mito
A proposito di pesce. Quante volte, da piccoli, ci siamo sentiti ripetere dalle nostre mamme di mangiare tanto pesce, “perché contiene il fosforo che rende più intelligenti”? Bene, è un falso mito. Il pesce, in effetti, aiuta la memoria, ma non per merito del fosforo (che non ha alcun collegamento con le capacità mnemoniche e che comunque è contenuto in quantità maggiori in altri cibi), quanto piuttosto per gli acidi grassi omega 3 e per una sostanza chiamata colina: entrambi sono fondamentali per il mantenimento delle strutture e delle funzioni cerebrali. La colina in particolare è presente in quantità anche nelle uova, nella carne (che contiene anche un ottimo salva-cervello come l’acido folico e nella frutta secca.

No al digiuno
D’accordo rispettare il peso forma. Ma, così come il sovrappeso, anche la mania di perdere chili è un errore grave: le conseguenze negative, oltre che fisiche, si ripercuotono anche sul cervello. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica statunitense “Appetite”, ha dimostrato che chi ha una forte tendenza a limitare i consumi a tavola per controllare il peso, mostra tempi di reazione più luinghi e risultati meno brillanti nei test di valutazione delle funzioni cognitive.

 
La tua ginnastica quotidiana per la mente
25-10-2010

Con questi esercizi tieni in forma ogni giorno il cervello: lo rendi più elastico, più allenato, più potente

Potrà suonare strano, ma anche il cervello può fare ginnastica: aerobica, stretching, perfino culturismo. Gli esercizi per la mente servono a mantenerla in forma, se vogliamo evitare che perdere elasticità, memoria, capacità di ricollegare nomi a situazioni. Per questo la mente va allenata. Ma in quale modo? Ecco tre semplici esercizi per ottenere ottimi risultati rapidamente.

Lo stretching per la mente
Quando lavate i denti o vi pettinate, tenete il il phon, allacciate i bottoni, usate il telecomando, provate a usare la mano diversa da quella cui ricorrete abitualmente: obbligherete il cervello a mettere in funzione i circuiti e le aree che di solito restano a riposo.

L’aerobica per il cervello
Introducete novità nella vita quotidiana: è come se faceste fare alla vostra mente una profonda ossigenazione. Imparare per esempio a suonare uno strumento o una lingua straniera partendo da zero, stimola le capacità intellettuali e la coordinazione del corpo. Ma basta anche cambiare l’itineriario che si fa ogni mattina per andare al lavoro o la disposizione degli oggetti sulla scrivania.

Potenziare la mente
L’enigmistica e l’uso di tutti i sensi rinforza e rende più saldi i collegamenti già esistenti tra i neuroni: come se il cervello facesse body-building. E allora, cominciate a sottoporvi a una dose quotidiana di indovinelli, parole crociate, puzzle o Sudoku. Quindi, una volta preso il ritmo, modificate le attività più scontate e abitudinarie della vostra giornata (vestirsi, farsi la doccia, allacciarsi le scarpe) tenendo gli occhi chiusi.

 
Fare sport fa bene alla memoria
25-10-2010

L’attività fisica stimola la rigenerazione delle cellule cerebrali che si perdono con l’età

L'attività fisica contribuisce a proteggere la memoria innescando la rigenerazione delle cellule cerebrali che si perdono con l'età, a causa di lesioni o per il morbo d'Alzheimer. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Immunobiologia Max Planck Institute di Friburgo (Germania) in uno studio pubblicato sulla rivista “Cell Stem Cell”.
La scoperta potrebbe portare a nuovi modi per affrontare la perdita di memoria provocata da diverse cause. Prima si pensava che dalla nascita in poi le cellule cerebrali morte non potevano essere sostituite. Ora, invece, sappiamo che almeno alcune cellule nervose possono essere rigenerate nell'ippocampo, la regione del cervello che svolge un ruolo chiave nell'apprendimento e nella memoria. Tuttavia, una gran parte delle cellule staminali che danno origine a nuovi neuroni restano dormienti negli adulti.
La nuova ricerca, condotta sui topi, dimostra come queste cellule possono essere "risvegliate" in seguito ad attività fisica o ad attacchi epilettici. Gli scienziati tedeschi hanno scoperto che i topi fisicamente attivi sviluppano i neuroni nell'ippocampo in più rispetto agli animali inattivi. "L'esercizio promuove la formazione di nuovi neuroni", ha detto Verdon Taylor, che ha coordinato lo studio. Anche l'attività cerebrale anormale, come quella che si verifica durante le crisi epilettiche, è risultata in grado di innescare la generazione dei neuroni. Secondo Taylor, l'eccessiva formazione di nuove cellule nervose svolge un ruolo nell'epilessia. Gli scienziati hanno identificato diverse popolazioni di cellule staminali neuronali nel cervello dei topi, alcuni delle quali erano attive e altre dormienti. "Nei topi giovani, le cellule staminali si dividono quattro volte più frequentemente che negli animali vecchi", ha affermato Taylor. "Tuttavia, il numero di cellule negli animali più vecchi è solo leggermente inferiore. Pertanto, le cellule staminali neuronali non scompaiono con l'età, ma sono tenuti in riserva", Nei topi fisicamente attivi, alcune cellule staminali precedentemente dormienti sono state viste 'ritornare in vità e iniziare a dividersi. Altre cellule staminali sporadicamente dormienti sono state influenzate dall'attività fisica ma svegliate da crisi epilettiche. Un modello simile di cellule staminali attive e inattive probabilmente vale anche per il cervello umano, secondo gli scienziati. È quindi probabile che le cellule staminali dormienti potrebbero essere riattivate negli esseri umani allo stesso modo dei topi.

 
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